Chi nota alcuni problemi in bocca sarà costretto ad andare dal dentista, ma potrebbe avere anche una grave malattia.
Prestare attenzione alla propria salute e a eventuali segnali che ci manda il nostro corpo è certamente il modo principale per avere la garanzia di stare bene. Ognuno di noi, infatti, può sapere se alcuni sintomi possano essere ritenuti “normali”, magari per effetto di alcuni farmaci che si stanno assumendo, o se sia necessario un approfondimento clinico.
Il nostro medico curante conosce bene la nostra storia clinica, per questo sa bene come muoversi e come sia necessario agire, specialmente se si tratta di una situazione dove diventa importante non perdere tempo. A volte, però, alcuni problemi possono riguardare alcune parti del nostro organismo e meritano quindi di essere trattate, allo stesso tempo però possono essere una spia che non deve essere sottovalutata perché indica una patologia ancora più grave che coinvolge altre parti del corpo.
Non è raro ad esempio avere un fastidio che può riguardare la bocca, talmente pesante da non riuscire nemmeno a chiudere occhio la notte. In diversi casi può essere però un indicatore chiaro di una malattia che può avere anche gravi conseguenze.
Problemi alla bocca? Serve il dentista ma non solo
Chi ha avuto almeno una volta mal di denti sa bene quanto possa essere doloroso, non solo perché rende difficile mangiare, ma anche perché la pressione può essere talmente forte da non riuscire a fare quasi niente, nemmeno dormire. In diverse occasioni, anche non legate a un’età avanzata, ci può essere però uno stretto legame tra salute orale e malattie coronariche, per questo non si dovrebbe mai dimenticare di trascurare lo stato della propria bocca.
Sulla base degli studi effettuati dall’American Heart Association, si registra una maggiore probabilità di incorrere in patologie cardiache se si soffre spesso di parodontite. Riconoscerne i sintomi può essere quindi importante. Questa in genere provoca sanguinamento, arrossamento delle gengive, dolore, gonfiore e alito cattivo. Man mano che l’osso si riduce, i denti diventano mobili e cambiano posizione, e la masticazione diventa dolorosa.
Ma quale sarebbe la causa? Sulla base di quanto emerso finora, si pensa che i batteri che infettano le gengive si spostano all’interno dell’organismo causando infiammazioni. Nei casi più gravi possono addirittura raggiungere il cuore e generare una patologia che prende il nome di endocardite, con cui si intende un’infezione del tessuto interno che riveste il cuore. Non sono esclusi però anche altri disturbi quali ictus e aterosclerosi, spesso collegati a malesseri del cavo orale.
Quando curare la bocca può salvare il cuore
Curare il prima possibile la bocca e correre dal dentista può essere quindi fondamentale. La tempestività diventa inoltre cruciale se si notano anche denti che si muovono, gengive che sembrano ritirarsi e presenza di pus o altri segni di infezione a denti e gengive.
Mettere in atto una serie di azioni preventive non è però impossibile. Innanzitutto si dovrebbero lavare i denti almeno due volte al giorno, meglio se con un dentifricio al fluoro. Altrettanto importante è seguire una dieta equilibrata, riducendo gli spuntini tra i pasti. Ogni giorno si dovrebbero inoltre pulire gli spazi interdentali con il filo apposito, oltre a effettuare visite di controllo periodiche, comprendenti sedute di igiene orale.
Ricevere una diagnosi di malattia parodontale non può che essere altrettanto fondamentale per iniziare una terapia. In genere viene utilizzato uno strumento millimetrato, la sonda parodontale, che viene fatto scorrere tra la superficie della radice e la gengiva e permette di valutare la presenza delle tacche e di misurare la gravità della lesione. Il quadro è ormai considerato grave quando si verifica una profonda distruzione dei tessuti di sostegno, che può portare alla perdita dei denti se non trattata adeguatamente.