Garantire al nostro organismo i componenti di cui ha bisogno è importante, occhio però a una carenza altrimenti si rischia la paralisi.
In più occasioni abbiamo certamente sentito dai medici ma anche nelle trasmissioni Tv sul tema quanto sia importante avere uno stile di vita sano, primo passo per essere in buona salute. Questo passa innanzitutto da qualcosa che si tende a trascurare, ma che è invece davvero cruciale, ovvero dall’attenzione all’alimentazione che deve comprendere tutte le componenti necessarie.
Certo questo non esclude la possibilità di incorrere in qualche strappo alla regola, ma non dovrebbe essere una costante. Molti, però, presi da una quotidianità frenetica e dai tanti impegni quotidiani, non fanno caso a questo, soprattutto a pranzo, specie se devono consumarlo lontano da casa perché si trovano al lavoro.
Chi lo fa in un bar magari vicino all’ufficio potrebbe quindi preferire qualcosa di poco nutriente come un panino, non rendendosi conto di quanto questo faccia poco bene al fisico. Rendersi conto di quanto un modo di agire simile sia tutt’altro che positivo è quindi determinante, prima che sia troppo tardi e sia necessario intervenire con misure drastiche. In alcuni casi si può arrivare addirittura a rischiare la paralisi.
Una scarsa quantità a volte genera paralisi: ecco quale
Pensare che possa essere il nostro modo di agire ad aumentare la possibilità di andare incontro a una paralisi sembra essere impossibile, invece è così. Tanti, infatti, risultano essere fatalisti e arrivano a pensare che ci si possa ammalare perché questo può essere un segno del destino e non tanto per una nostra condotta non eccezionale.
Pochissimi infatti sanno quanto sintomi quali debolezza muscolare (paralisi appunto nei casi più gravi) crampi e spasmi siano tra le conseguenze di una carenza a cui non sempre si dà peso. Trascurare la situazione può essere un grave errore, soprattutto perché può arrivare ad alterare anche la pressione sanguigna.
Il riferimento è a quella che scientificamente viene definita ipokaliemia, ovvero la carenza di potassio. Si tratta di una situazione che può verificarsi a causa di quello che si mangia, ma anche si potrebbe avere perso il potassio che si è assunto attraverso fenomeni quali diarrea, vomito o uso eccessivo di lassativi.
Arrivare alla diagnosi se si notano sintomi simili non è difficile, basta semplicemente sottoporsi all’esame del sangue, azione che si dovrebbe fare in genere almeno una volta all’anno. Risolvere non è comunque così complesso, basterebbe alimenti ricchi di potassio o integratori per via orale.
Carenza di potassio, occhio ai sintomi
A volte, però, l’pokaliemia può essere la conseguenza anche di altre malattie altrettanto gravi, di cui la paralisi può essere solo una delle manifestazioni. Verificare quindi di avere o meno una di queste patologie può essere cruciale.
Se la carenza di potassio dura per un periodo eccessivo, si può infatti sentire la necessità di urinare frequentemente e di bere grandi quantità di acqua. Nei soggetti cardiopatici si possono inoltre notare anche delle alterazioni del ritmo cardiaco, che è bene individuare da subito.
Si dovrebbe inoltre verificare di non aver contratto il morbo di Cushing, malattia che porta le ghiandole surrenali a produrre in eccesso aldosterone, ormone che induce i reni a eliminare grandi quantità di potassio. In altri casi, invece, la causa scatenante può essere un deficit di magnesio, per questo si dovrebbero verificare i livelli di entrambe le sostanze.