Proteggersi dal cancro alla pelle è davvero possibile, a condizione di evitare però un errore che stanno commettendo in tanti, ecco quale.
Ricevere una diagnosi di tumore fa ancora paura, nonostante ci sia la consapevolezza di come la medicina abbia fatto passi da gigante permettendo di aumentare le possibilità di guarigione per malattie che prima non lo erano. La prevenzione rappresenta però lo strumento numero uno per raggiungere l’obiettivo, per questo non può che essere determinante sottoporsi a controlli periodici e costanti. Solo in questo modo è possibile individuare la neoplasia quando è ancora a una fase iniziale.
Troppo spesso, però, si tende a sottovalutare la situazione e addirittura a pensare che il problema possa riguardare altri e non se stessi. A questo si può aggiungere poi la paura, che può portare a evitare di sostenere una visita quando si notano i primi sospetti. Tutti questi sono però atteggiamenti assolutamente sbagliati, che possono essere pagati a caro prezzo.
Un modo di ragionare simile può valere anche per il cancro alla pelle, patologia che non sempre si prende in seria considerazione, soprattutto perché se ne parla davvero poco. In questo caso gioca davvero un ruolo decisivo l’atteggiamento di ogni persona.
In Tv e non solo si parla spesso di tumori, ma il cancro alla pelle è certamente uno dei meno nominati. Si tratta ovviamente di un modo di agire errato, non solo perché non è vero che sia poco diffuso, ma soprattutto perché ci sono dei “segnali che dovrebbero metterci in allarme e spingerci ad agire in modo tempestivo.
Questa patologia si manifesta quando si verificano anomalie (mutazioni) nel DNA delle cellule cutanee, per questo diventa determinante presentarsi da un dermatologo qualora si dovessero notare anomalie cutanee, specie se persistenti, così da fare un controllo specifico. Questo vale anche per i nei, che possono mutare di forma e di colore.
Cercare di prevenire il problema è però possibile, innanzitutto proteggendo la propria epidermide. Il pericolo numero uno, nonostante tanti amino abbronzarsi, è il sole, per questo quando ci si espone (vale anche per una semplice passeggiata) è indispensabile proteggersi. L’esposizione prolungata, infatti, facilita l’invecchiamento della pelle e può portare a scottature, oltre che ad altri tipi di tumore della pelle, come quelli a cellule squamose e basali.
A seconda delle caratteristiche della propria epidermide, il livello di protezione deve essere differente, più forte soprattutto per chi ha un colorito chiaro. A dare consigli su questo aspetto, che non si dovrebbe mai dimenticare, è la Food and Drug Administration (FDA) statunitense: è consigliabile un fattore di protezione di base che sia almeno 15, se è chiara deve essere da 30 a 50.
Farlo è fondamentale non solo quando si è in vacanza, ma anche in genere quando si fa attività all’aperto, anche lavorativa, al sole. I fototipi più scuri possono poi gradualmente ridurre il grado di protezione dopo le prime esposizioni, mentre quelli più chiari devono essere più cauti.
Non si deve dimenticare di mettere la crema solare, anche più volte nel corso della giornata, anche quando si nota di avere preso una buona abbronzatura. il pericolo c’è sempre. Occhio inoltre a controllare la data di scadenza del prodotto, non è detto che risulti ancora buono da un anno all’altro.
Non si dovrebbe risparmiare nemmeno sulla quantità, può comunque bastare un palmo di mano pieno per le gambe, le braccia, il viso e il collo di un adulto medio. Ci sono poi delle zone cruciali che spesso vengono trascurate, ma dove ci si può scottare più facilmente, ovvero dorso delle mani, piedi, orecchie, gambe, collo e parte posteriore delle ginocchia.
È bene che vengano fatti 4 passaggi per ogni area su cui il prodotto è applicato. Si dovrebbe poi avere cura di portare con sé anche un cappello, occhiali da sole per proteggere gli occhi, abiti leggeri e abiti leggeri che fanno da schermo ai raggi solari. Se però il caldo è opprimente stare di più all’ombra è davvero provvidenziale.
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