Un medicinale famoso può determinare l’alterazione del gusto, come riportato dagli esperti che hanno evidenziato cosa accade.
Ci sono prodotti di uso comune ed altri che sono meno diffusi ma noti che possono avere sulla salute ripercussioni che nessuno immagina, anche talvolta slegate totalmente dal loro uso consueto. Per questo motivo è fondamentale assumere prodotti sempre con grande attenzione e dietro consiglio del medico.
In realtà la scoperta degli studiosi e i conseguenti studi condotti hanno portato a rilevare una questione molto interessante che potrebbe cambiare le sorti di quanti si trovano in condizioni specifiche e potrebbero, in questo modo e indirettamente, risolvere i problemi di salute.
Il medicinale che altera il gusto: la scoperta degli studiosi
Un recente studio ha evidenziato la capacità di alcuni medicinali di andare ad alterare il gusto e, nello specifico, la sensibilità delle papille gustative, in particolare della percezione del dolce. Gli scienziati infatti hanno scoperto in che modo questi prodotti vanno ad interagire direttamente sul gusto e anche come si potrebbe sfruttare proprio questa condizione per regolarizzare il peso corporeo.
La ricerca è stata messa a punto dagli studiosi del Centro medico di Lubiana, Slovenia spinti dalla curiosità nata per la reazione degli animali che hanno dimostrato come un semplice ormone sia in grado di controllare non solo il valore dello zucchero nel sangue ma anche la fame. Tutto connesso alla percezione del gusto dolce. Nei topi che non producevano GLP-1 la sensibilità al dolce era ridotta, quindi automaticamente questo determina anche un calo del bisogno di consumarne.
Per “imitare” questo deficit è stato condotto l’esperimento con semaglutide e altre incretine di questo tipo che di fatto portano alla riduzione del desiderio di mangiare alimenti dolci e anche prodotti salati tipo snack e simili. Sembra del tutto straordinario dal momento che semplicemente variare la sensibilità a un dato gusto può cambiarne la percezione dell’intero complesso e quindi inibirne il consumo. È una sorta di reazione a catena.
Questo avviene perché in realtà la sensibilità al gusto può essere sfruttata in modo molto preciso. Aumentandone la percezione, diminuisce la necessità. Questo vuol dire che se le persone assumono un prodotto e lo sentono ben più dolce di quello che è effettivamente, non avranno il bisogno di consumarne altro, quindi ci sarà un deficit di zucchero nell’alimentazione e il mantenimento di una dieta sana ed equilibrata.
Il team ha condotto lo studio per 16 settimane su 30 donne, di cui metà sottoposte al farmaco. Con l’aumento della sensibilità che ha riguardano anche la percezione degli altri gusti, è stato dimostrato che la semaglutide ha migliorato la sensibilità al gusto e di conseguenza si è posto come prodotto elettivo per combattere l’obesità in stadio avanzato.
