Nuovo studio shock sulle nanoparticelle: ad essere colpiti sono anche i feti

La presenza di nanoparticelle è stata rivelata anche nella placenta umana: uno studio rivela i rischi della salute per il feto.

La produzione e l’utilizzo estesi di prodotti disponibili in commercio contenenti nanoparticelle di titanio ne hanno portato all’accumulo nel corpo umano. La deposizione è stata rilevata anche nella placenta umana, il che solleva preoccupazioni per la salute del feto.

Effetto della esposizione materna alle nanoparticelle
L’esposizione alle nanoparticelle altera la placenta (fondazionefegato.it)

Il sistema vascolare placentare è essenziale per lo scambio circolatorio materno-fetale e per garantire la crescita fetale. Un recente studio svizzero ha esplorato i rischi di queste particelle sullo sviluppo fetale e ha chiarito il meccanismo sottostante dal punto di vista del sistema vascolare placentare.

Nanoparticelle: rischio per i bambini nel grembo materno

La vita umana inizia con un singolo ovulo fecondato che cresce fino a diventare un essere umano con trilioni di cellule. Per garantire che lo sviluppo altamente complesso di tessuti e organi sia il più protetto possibile, la barriera placentare tiene lontani gli agenti patogeni e le sostanze estranee.

Tina Bürki e il suo team del laboratorio Particles-Biology Interactions dell’Empa a San Gallo stanno studiando come questo meccanismo protettivo reagisce alle nanoparticelle. Le nanoparticelle sono contenute in un gran numero di prodotti, ma vengono prodotte anche durante l’usura e attraverso processi di combustione.

Nanoparticelle: rischio per i bambini nel grembo materno
Le nanoparticelle possono causare malformazioni al feto (fondazionefegato.it)

Assorbiamo queste sostanze dall’ambiente attraverso il cibo, i cosmetici o l’aria che respiriamo. Si sospetta che alcune di queste nanoparticelle possano danneggiare i bambini nel grembo materno. Basso peso alla nascita, autismo e malattie respiratorie sono tra le possibili conseguenze per il bambino.

Non è ancora chiaro in che modo le nanoparticelle influenzino il feto. La ricerca ha già mostrato che la barriera placentare trattiene molte nanoparticelle o almeno ritarda il loro trasporto verso l’embrione. Tuttavia, si verificano danni al tessuto fetale, anche se nel feto non sono state rilevate particelle. Il team dell’Empa sta ora andando a fondo di questo effetto a lungo raggio.

Insieme ai partner clinici dell’Ospedale cantonale di San Gallo e ai partner di ricerca dell’Università di Ginevra, il team sta studiando le conseguenze delle comuni nanoparticelle come il biossido di titanio o la fuliggine diesel sulla funzione della placenta e il loro danno indiretto allo sviluppo embrionale.

Gli esperimenti hanno dimostrato che le nanoparticelle nel tessuto placentare interrompono la produzione di un gran numero di sostanze messaggere. E sono proprio questi messaggeri che possono innescare gravi cambiamenti nello sviluppo embrionale, come la formazione disturbata dei vasi sanguigni. I ricercatori stanno attualmente studiando l’insieme delle sostanze messaggere rilasciate da una placenta trattata con nanoparticelle, il cosiddetto secretoma. Le analisi future mostreranno quali altri disturbi le nanoparticelle possono innescare indirettamente.

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