Lo prendi tutti i giorni ma può distruggerti la salute: il farmaco famosissimo finisce sotto accusa

30 milioni di confezioni vendute in un anno: ne fanno tutti abuso senza considerare gli effetti collaterali, un vero cocktail letale.

Che sia inverno o che sia estate, le case farmaceutiche ci riempiono di pubblicità di prodotti volti a rispondere velocemente ai disagi quotidiani: mal di testa, mal di gola, dolori articolari e via discorrendo. La tv è uno dei canali preferiti per queste aziende perché abbraccia più fasce d’età, soprattutto quelle più anziane che molto probabilmente sono più ‘manipolabili’ e anche quelle che hanno più problemi fisici.

la Francia blocca le pubblicità su un farmaco
Un farmaco molto comune può danneggiare la salute – fondazionefegato.it

Un anziano con un problema fisico o un dolore di vario genere tenderà ad ascoltare lo spot pubblicitario e a suggerire l’acquisto di quel determinato prodotto. Se poi ci si fa caso, proprio quei prodotti che hanno mandato lo spot pubblicitario in tv sono gli stessi che si ritrovano nelle prime file dei farmaci da banco delle farmacie. Le case farmaceutiche negli ultimi anni hanno indirizzato gli studi verso risoluzioni del problema il più veloci possibile, per stare al ritmo delle nostre vite frenetiche che non hanno il tempo per fermarsi e curare un disturbo.

Il problema di questi forti antidolorifici e antinfiammatori è che sorvolano la causa del problema. Un disagio a un arto, per esempio, può essere scatenato da un altro problema cronicizzato mai indagato, così come il problema del dolore delle mestruazioni o il mal di testa. Quando si decide di agire con uno di questi farmaci-bomba non si starà curando la causa, ma solo il sintomo, e proprio in questo modo si entrerà nel loop di dipendenza. Il problema si ripresenterà e il cliente si recherà ancora in farmacia per risolverlo il più in fretta possibile con la stessa formula magica.

30 milioni di confezioni vendute in un anno, ma questo farmaco ha tantissimi effetti collaterali gravi

Nonostante siano anche gli stessi farmacisti a raccomandare un’assunzione limitata per gli effetti indesiderati gravi, le persone ne continuano a fare abuso, ignorando la questione. 30milioni di scatole vendute all’anno: una cifra decisamente esagerata. Proprio per questo motivo la Francia ha deciso di prendere provvedimenti a riguardo. In particolare sull’ibuprofene da 400 mg, il più abusato in assoluto e onnipresente nelle case dei francesi e degli italiani.

pubblicità bandita sull’ibuprofene 400
La Francia interviene per mettere fine agli abusi di ibuprofene da 400 mg – fondazionefegato.it

Si tratta di un farmaco antinfiammatorio non steroideo molto forte che andrebbe assunto con consapevolezza e invece se ne fa un enorme abuso. Viene pubblicizzato tantissimo in tv, sui giornali ma anche online, e adesso per limitarne l’abuso le autorità francesi hanno deciso di correre ai ripari mettendo al bando le pubblicità su ogni canale di comunicazione.

Il divieto di pubblicità in Francia: l’ibuprofene 400 e i rischi

Il divieto in questione, imposto dall’Agence nationale de sécurité du médicament et des produits de santé (ANSM), è entrato in vigore a partire dal 2 aprile 2024. La misura si è resa necessaria in quanto il suggerimento di ricorrere al dosaggio più basso (ovvero da 200 mg) viene troppo spesso ignorato.

ibuprofene 400: i rischi del farmaco
Farmaci pericolosi, l’Esagono corre ai ripari – fondazionefegato.it

Il problema è lo stesso anche in Italia ma al momento la nostra Nazione non fa nulla per limitarne l’utilizzo, proprio per questo bisogna farne informazione: per cercare di spiegare alle persone di non farsi tradire dalle pubblicità e di informarsi sui rischi prima di assumere un medicinale.

Negli ultimi anni, a seguito dell’aumento delle pubblicità, si è assistito ad un boom di effetti avversi gravi legati all’assunzione del farmaco che non ha neanche il bisogno di prescrizione medica: in particolare sono stati segnalati diversi casi di emorragie gastro-digestive e disturbi renali gravi, anche tra i più giovani. 

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