Le neoplasia del fegato fa paura, nonostante i progressi della medicina. È importante riconoscerne i sintomi per agire in modo tempestivo.
La ricerca scientifica ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, rendendo più facilmente guaribili che prima non lo erano, ma resta comunque importante la diagnosi precoce, così da poter gestire la patologia quando ancora non si è diffusa in altre parti del corpo. Questo vale anche per la neoplasia del fegato, conosciuto anche come epatocarcinoma, che è il tumore primitivo più frequente del fegato.
Si tratta del sesto tumore più frequente a livello mondiale e la seconda causa di morte per neoplasia, anche se risulta essere più frequente soprattutto in Asia e Stati Uniti. In Italia risulta essere invece più raro, secondo i numeri diffusi dall’Associazione Italiana Ricerca Contro il Cancro (AIRC) ogni anno vengono diagnosticati circa 8.900 tumori primari del fegato negli uomini e 4.000 nelle donne.
Più spesso invece l’organo viene colpito da metastasi nei pazienti che hanno un cancro in altri organi, soprattutto il seno e la prostata. Riconoscerne i sintomi diventa quindi fondamentale, così da parlarne con il medico e valutare insieme quali siano gli accertamenti più adatti da fare
Riuscire a diagnosticare quando è ancora in una fase iniziale il cancro rappresenta il metodo migliore per guarirlo, per questo è un errore trincerarsi dietro alla paura ed evitare di sottoporsi ai controlli. Nel caso della neoplasia del fegato è innanzitutto importante capire se si abbiano alcuni tra i fattori di rischio che possono aumentare le possibilità di incorrere nella malattia.
In oltre il 70% dei casi possono incorrere in questo tipo di tumore le persone che fanno abuso di alcol, chi soffre di sindrome metabolica (obesità, diabete, ipertensione arteriosa), chi ha avuto un’infezione da virus dell’epatite C (HCV) e da virus dell’epatite B (HBV), i soggetti affetti da steatoepatite non alcolica correlata a sindrome metabolica e chi fuma sigarette in quantità eccessive.
I medici raccomandano quindi chi ha avuto in passato una forma di epatite d sottoporsi a controlli più frequenti, non solo per capire lo stato dell’infiammazione, ma anche per diagnosticare precocemente l’eventuale sviluppo di epatocarcinoma.
Nei primi stadi della malattia la neoplasia del fegato può essere silente, con la sua diffusione compaiono dei sintomi che non è però difficile riconoscere. Tra questi possiamo sottolineare mancanza di appetito, perdita di peso, ittero (colorazione gialle di sclere e cute dovuta ad alti livelli di bilirubinemia), dolore addominale, stanchezza quasi cronica e ritenzione dei liquidi.
La diagnosi in genere prevede ecografia addome, TAC torace, risonanza magnetica addome superiore e biopsia. Se la massa non risulta essere ancora diffusa ed è di piccole dimensioni si opta per la chirurgia, se questa non dovesse essere sufficiente è necessario procedere con la chemioterapia.
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