Le vacanze in montagna sono da sempre sinonimo di relax, avventura e contatto con la natura. Tuttavia, nonostante i numerosi benefici che possono apportare alla salute fisica e mentale, esistono situazioni e persone per le quali una vacanza in alta quota potrebbe rivelarsi più dannosa che benefica.
Secondo Vittore Verratti, medico e docente di Scienze dell’esercizio fisico e dello sport presso l’Università degli Studi ‘G. D’Annunzio’ Chieti-Pescara, ci sono specifiche condizioni fisiche e situazioni personali che rendono sconsigliabile la scelta della montagna come destinazione di vacanza. Tra queste troviamo individui affetti da patologie cardiache o respiratorie, bambini molto piccoli, persone anziane nonché coloro che non godono di buone condizioni fisiche o preparazione atletica adeguata.
I rischi per chi soffre di patologie cardiache o respiratorie
Le malattie coronariche o l’insufficienza cardiaca possono rendere particolarmente difficile affrontare l’altitudine e l’intensa attività fisica spesso associata alle escursioni in montagna. Analogamente, individui con problemi respiratori come asma o broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) potrebbero sperimentare un aggravamento dei sintomi a causa della ridotta concentrazione di ossigeno presente in alta quota.
Bambini piccoli e anziani: una categoria a rischio
I bambini molto piccoli potrebbero non avere la resistenza necessaria per affrontare le sfide delle escursioni in montagna mentre gli anziani potrebbero essere più suscettibili a infortuni o problemi legati alla pressione sanguigna e alla respirazione quando si trovano ad alte quote. Queste considerazioni suggeriscono un approccio cauto nella pianificazione delle attività in montagna per queste fasce d’età.
Condizione fisica ed esperienza: fattori determinanti
La mancanza di una buona condizione fisica o un’adeguata preparazione atletica può trasformare le escursioni su sentieri montani da piacevoli avventure a esperienze estremamente faticose e rischiose. Inoltre, persone che soffrono di disturbi d’ansia o fobie specifiche come la paura delle altezze possono trovare l’ambiente montano particolarmente stressante.
Donne incinte: precauzioni necessarie
Verratti raccomanda alle donne incinte, specialmente negli ultimi mesi di gravidanza, di evitare escursioni ad alta quota a causa del rischio elevato di complicazioni sia per la madre sia per il feto dovute all’ipossia (carenza d’ossigeno).
Problemi di equilibrio o mobilità: quando la sicurezza viene prima
Individui con problemi legati all’equilibrio or mobilità causati da condizioni come sclerosi multipla o Parkinson possono trovare difficoltoso navigare i terreni irregolari tipici dei sentieri montani. Per questi soggetti è fondamentale valutare attentamente il tipo d’avventura più sicuro prima della partenza.
In definitiva, sebbene trascorrere del tempo immersi nella natura possa offrire benefici insostituibili al benessere psicofisico dell’uomo, è essenziale considerare attentamente lo stato personale de salute prima de decidere de intraprendere una vacanza en altura.