Mangiare frutta fa certamente bene alla salute, ma è bene verificare se quella che si sta assumendo sia contaminata, quindi massima attenzione.
Nel corso della nostra vita abbiamo certamente sentito a più riprese, dal medico ma magari anche in alcune trasmissioni Tv, come possa fare bene alla salute mangiare frutta, oltre alla verdura. Non tutti, a dire la verità, amano entrambe, è un errore pensare che i più schizzinosi a riguardo siano solamente i bambini. Non a caso, chi le assume lo fa quasi perché costretto o addirittura evita di farlo, incurante delle conseguenze per il nostro organismo.
Ma perché dovremmo davvero farlo? Innanzitutto per garantire al nostro corpo diversi nutrienti, quali vitamine, sali minerali (fosforo e ferro), carboidrati, fibre e numerose sostanze fitochimiche, come gli antiossidanti. Chi le inserisce nella propria dieta si sentirà quindi maggiormente vitale e avrà uno stato di benessere.
Non si deve dimenticare inoltre come entrambe siano ricche di acqua, per questo mantengono l’equilibrio idrosalino e ci mantengono idratati, a maggior ragione in estate. Si riduce inoltre la possibilità di incorrere in alcune malattie croniche, incluse le malattie cardiache, ictus, ipertensione, diabete e alcuni tipi di tumori. Ci sono quindi solo aspetti positivi da considerare?
Apparentemente ci sarebbero quindi solamente aspetti positivi in chi inserisce in maniera continua nella propria dieta la frutta, ma è davvero così? In realtà, le eccezioni non mancano, per questo si dovrebbe stare in allerta quando si acquista un prodotto, pur non essendo esperti nella selezione.
Sulla base di quanto emerso da uno studio effettuato da Pan Europe, è possibile trovare in vendita nell’Unione Europea frutta e verdura contaminata dai pericolosi Pfas (sostanze perfluoroalchiliche), che vengono aggiunti deliberatamente nelle colture alimentari nei pesticidi che gli agricoltori sono soliti utilizzare periodicamente. Ma dove è più facile ritrovarli?
Secondo gli studiosi i rischi sarebbero maggiori soprattutto in alcuni tra i prodotti più amati, ovvero fragole, albicocche e pesche, dove sarebbero presenti cocktail di tre o quattro diversi Pfas in un unico frutto, come nel caso delle fragole. Questo ovviamente non significa smettere del tutto di mangiarli, ma prestare attenzione alla loro provenienza quando ci si trova al supermercato.
Tra gli importatori che hanno contribuito alla contaminazione ci sarebbero Costarica, India, Sud Africa, Colombia e Marocco, mentre per quanto riguarda la produzione nel 2021 l’apice lo hanno raggiunto Paesi Bassi, Belgio, Austria, Spagna e Portogallo. Componenti come queste possono essere davvero pericolose, al punto tale da provocare interferenza endocrina, cancerogenesi e genotossicità, ma non è escluso che i rischi possano essere ben peggiori, i ricercatori non sottovalutano la situazione e stanno cercando di mettere in allerta la popolazione.
Il Pan Europe ha sottolineato l’urgenza di vietare l’uso di pesticidi Pfas per proteggere la salute della popolazione europea, in riferimento a chi risulta essere più vulnerabile, come donne incinte, neonati e bambini. È infatti un errore pensare che queste sostanze siano necessarie per salvare i raccolti, nonostante tanti ne siano convinti.
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