Il fegato è il primo organo che si deve occupare di metabolizzare l’alcol e quindi è lo stesso fegato che, a lungo andare, può farne le spese. Ovviamente, ma ciò è ampiamente sottolineato nelle parti in cui si trattano le patologie epatiche, ogni bevanda alcolica è assolutamente proibita per chiunque soffra di malattie del fegato.
L’alcol bevuto con moderazione non è di per sé fonte di pericolo per le persone che hanno un fegato sano. Tuttavia le dosi da rispettare sono ferree.
È da considerare a basso rischio una quantità di alcol giornaliera da assumersi durante i pasti principali (non fuori pasto) che non deve superare i 20-40 grammi (3-4 drinks al giorno) per gli uomini e i 20-30 grammi (2-3 drinks al giorno) per le donne.
Risulta sempre più in aumento il numero di adolescenti, sopratutto ragazze, che in Italia consumano alcol. I dati ISTAT indicano che più di 900 mila giovani under 16 fanno abitualmente uso di alcolici, che l’età del primo bicchiere è scesa a 11-12 anni e che l’età media dell’assunzione del primo alcolico è intorno ai 14 anni, la media più bassa d’Europa.
Inoltre, sono sempre più diffuse pratiche di consumo ad alto rischio quali il “binge drinking” (bere per ubriacarsi) e l’assunzione di alcol insieme ad altre sostanze psicoattive.
È il nuovo modo di bere diffuso tra i giovani alla ricerca dello sballo. Consiste nell’assuzione di 4-5 drinks o più, bevuti in un’unica occasione e/o entro 2-4 ore di intervallo.
Il binge drinking provoca effetti dannosi in diversi ambiti del nostro organismo:
Molti giovani durante il week-end bevono cocktails di super alcolici con gli energy drinkers. In genere i super alcolici sono: la vodka (gradazione alcolica 46%), il rum (gradazione alcolica 40%) e il gin (gradazione alcolica 43%).
Gli energy drink contengono oltre a grandi quantità di glucosio e fruttosio, anche grandi quantità di caffeina, taurina e altre sostanze eccitanti e stimolanti che, mischiate all’alcol, consentono di rimanere svegli contrastando l’intorpidimento dell’alcol stesso. La bevanda, infatti, aumenta la tolleranza di alcuni effetti depressivi dell’alcol.
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