L’estate è il periodo perfetto per le vacanze, ma attenzione a cosa si ingerisce: l’intossicazione alimentare è sempre dietro l’angolo.
Il periodo migliore per le vacanze è l’estate: si è più spensierati, si può stare diverse ore a esplorare i luoghi perché le giornate sono più lunghe e il clima permette di fare bagni al mare, o di apprezzare la montagna anche senza neve.
C’è chi per viaggiare prenota i voli già mesi prima, chi si affida alle agenzie viaggi per andare in luoghi sconosciuti e chi invece preferisce una crociera oppure una semplice vacanza al mare. Ognuno fa le scelte in base al budget e allo stile di vita, ma in tutti i casi bisognerebbe far attenzione a uno dei rischi più grandi: l’intossicazione alimentare.
Le temperature alte e le grandi folle di turisti, spesso possono provocare una disattenzione nella cura del cibo da parte dei locali e le intossicazioni alimentari sono sempre più frequenti durante le vacanze, soprattutto nel periodo estivo. L’attenzione va in primis a chi va all’estero, ma anche a chi sceglie mete turistiche italiane.
In generale, cibi e bevande non correttamente trattati, cucinati o conservati possono scatenare un’intossicazione alimentare, che consiste in una problematica piuttosto comune da non sottovalutare perché potrebbe anche procurare un ricovero in ospedale. I disturbi sono per lo più gastrointestinali ma non solo, che arrivano poche ore dopo aver ingerito cibi contaminati.
Nella maggior parte dei casi la contaminazione è provocata da batteri – come la Salmonella e l’Escherichia coli – ma può anche essere dovuta ad altri microrganismi, per esempio a parassiti. I sintomi sono i più svariati ma non bisogna sottovalutarli perché potrebbero scatenarsi da un momento all’altro. Nausea, vomito e diarrea sono i più comuni, con consequenziali crampi allo stomaco.
Nei casi più gravi però possono arrivare anche i brividi e poi la febbre, la stanchezza cronica e i dolori muscolari. Anche forte sudorazione e mal di testa possono essere ricondotti a un’intossicazione. Nella maggior parte dei casi il problema si risolve da solo con uno o due giorni di riposo, nei casi gravi invece c’è bisogno di un ricovero e di un consulto medico. Il periodo di incubazione dipende dal tipo di intossicazione. Generalmente, comunque, i sintomi insorgono all’improvviso e piuttosto velocemente, è per questo che è importante stare sempre in allerta.
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